Il viaggio dell’eroe: la tecnica narrativa vincente

Spesso mi viene chiesto da coloro che vogliono scrivere un libro quale sia l’ingrediente segreto che lo possa rendere attrattivo e coinvolgente . Non esiste un solo ed enigmatico trucchetto che permetta a un testo di fare successo, ma spesso mi capita di consigliare l’utilizzo di una particolare tecnica narrativa, comunemente chiamata “il viaggio dell’eroe”. Questo semplice elemento, se usato nel modo giusto, si adatta a qualsiasi tipo di narrazione (fiction e non) e può portare a una maggiore immedesimazione del lettore.

Una premessa: l’importanza dello storytelling

il viaggio dell’eroe
Ogni storia degna di essere raccontata e letta presenta un protagonista che affronta ostacoli e supera difficoltà
Prima di inoltrarsi nella spiegazione della tecnica narrativa del viaggio dell’eroe, è bene sottolineare quanto sia importante lo storytelling in questo periodo storico. Siamo nell’era della narrazione e tutto ciò che ci circonda, ogni nostra azione o evento è un continuo racconto, una costante comunicazione di ciò che siamo. L’uomo ha sempre usato le storie per tramandare ciò che gli accadeva. Oggi ciò è accentuato non solo dai potentissimi strumenti che abbiamo a disposizione per documentare ogni attimo della nostra vita (smartphone, social media…), ma anche da piccoli dettagli inconsapevoli come abbigliamento, gesti, atteggiamenti ed espressioni. In ogni momento della giornata esprimiamo noi stessi, in mille modi diversi e per infinite ragioni: per presentarci, trasmettere dei valori, emozionare, esporre i problemi che ci affliggono, ottenere qualcosa. Un libro è la forma più attenta e strutturata di racconto, una tendenza ormai istintiva e naturale trasformata in mezzo per ottenere un risultato specifico. Qui è necessario conoscere il modo più efficace di porsi al lettore, per comunicare un’idea con il proprio particolare punto di vista, in modo totalmente consapevole.

Il viaggio dell’eroe: di cosa si tratta?

Dunque, cosa significa “viaggio dell’eroe”? Questa tecnica narrativa è spesso usata nei libri di fiction, in particolare del genere fantasy, nonostante si possa applicare a qualsiasi tipo di narrazione, anche professionale. Si tratta del percorso che porta il protagonista ad affrontare una serie di problemi per arrivare, infine, alla vittoria. Ogni narrazione ha un protagonista, inventato (nel romanzo), o reale (nelle biografie o nei manuali). E ogni buon protagonista cambia durante la storia, nel tentativo di diventare una persona migliore. Ciò è necessario perché solo mostrando le difficoltà incontrate e il processo per affrontarle un eroe potrà apparire tridimensionale, completo, vero. Ed è proprio così che la narrazione particolare e personale diviene universale: il lettore riesce a identificarsi nel protagonista riflettendo su tutti i problemi che lui stesso ha dovuto sostenere, sui fallimenti che gli hanno permesso di crescere, sulle piccole conquiste raggiunte con tanta fatica. Il viaggio dell’eroe dunque non rende solo un libro più interessante e coinvolgente, ma anche più vicino a chi legge. Un eroe, un desiderio da soddisfare, un conflitto da vincere, il successo finale. Questa è la storia di tutti noi.
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Un esempio efficace di applicazione della tecnica del viaggio dell’eroe in un libro di non fiction è Open di Andre Agassi
Ecco un esempio, ma se ne potrebbero fare molti altri, per dimostrare che in ogni tipo di libro si può utilizzare lo schema narrativo del viaggio dell’eroe, il motore di una comunicazione efficace. Un caso particolarmente calzante è quello delle biografie degli sportivi, che ben si prestano a questo schema: ostacoli da superare per vincere le gare, infortuni, sconfitte, problemi di doping, celebrità… Il lettore sogni e allo stesso tempo si immedesima nel proprio idolo poiché nel suo piccolo riesce a capire la frustrazione del fallimento e la gioia della vittoria. Un bestseller che bene illustra questo meccanismo è Open di Andre Agassi, un’autobiografia complessa e dolorosa. I temi trattati sono molti: il rapporto tossico con il padre, la percezione ambigua dello sport, il legame con droghe e doping, la lunga depressione, le sconfitte e i trionfi. Le peripezie e i problemi sono così tanti e sfaccettati che il confine tra realtà e narrativa è davvero sottile. Ma il lettore non può fare a meno di identificarsi con il campione e il suo percorso. Forse è proprio questo il segreto del successo di questo libro, ricordato ancora oggi a più di dieci anni dalla pubblicazione.

Ognuno di noi è un eroe

Ogni storia può potenzialmente trasformarsi in un viaggio dell’eroe: tutti lottiamo per la vittoria e, sbagliando, impariamo lezioni importanti. Anche le più straordinarie storie inventate dopotutto non sono così distanti dalla vita reale: uno studente che affronta gli esami per raggiungere la laurea, un’imprenditrice che rischia tutto per avviare la sua attività, uno sportivo che fatica per vincere… Sono tutte storie ordinarie che comprendono ambizione, passione, voglia di riscatto, rabbia e amore: lo straordinario è solo nella narrazione! Dunque solo creando qualcosa di unico, sincero e vivido si ottiene un risultato efficace. In particolare, l’elemento per raggiungere questo risultato è proprio la crescita personale del protagonista. Indipendentemente dallo scopo specifico dell’eroe della storia, l’obiettivo è sempre quello di crescere e migliorare attraverso le difficoltà, ed è ciò che lo accomuna a tutti noi. Il lettore cerca questo in una storia, vedere affrontare i problemi, combattere contro i difetti e i nemici, superare le sfortune, vincere con lui. Ciò è visibile anche in un manuale professionale in cui l’autore racconta le proprie sfide, in un libro di ricette in cui il cuoco mostra le scoperte fatte nel tempo, in un saggio sul cambiamento climatico in cui l’esperto cerca di combattere contro il poco tempo a disposizione e l’ignoranza di molte persone sul tema.

Come inserire nella storia il viaggio dell’eroe

Una volta compresa l’importanza dell’inserimento del viaggio dell’eroe nella storia, è normale chiedersi come può essere realizzato praticamente. Un consiglio importante è: non indossare una maschera. Gli eroi senza macchia e senza paura, perfetti, belli e buoni non esistono e, se esistessero, non sarebbero poi così interessanti. Questo perché non hanno difficoltà e neanche la possibilità di crescere, migliorarsi imparare. Si tratta dunque di mettere qualcosa di se stessi a disposizione degli altri, in modo che sia utile. E per farlo è necessario partire dalle proprie fragilità, dai punti deboli e dai bisogni. Solo così si arriva alle soluzioni. Qualsiasi cosa un autore decida di scrivere, si rivela sempre necessario un viaggio di introspezione e di analisi, anche se doloroso. Raccontare pensieri ed emozioni obbliga a lavorare su sé stessi ripercorrendo fallimenti e successi.
Quando ci si imbarca nella scrittura di un libro, spesso le idee ci sono già, per quanto confuse siano. Per ordinarle nel modo corretto è necessario cambiare approccio, inserire una fase di autoanalisi che aiuti a restringere il campo e scoprire cosa davvero si vuole comunicare al mondo: la propria personalità. Per ognuno è diversa, fatta di gusti, esperienze, insegnamenti, ambizioni, passioni, valori, obiettivi differenti. Sommando tutte queste variabili si ottiene la chiave della propria unicità. Così si ha la possibilità di rappresentare qualsiasi tipo di storia da una prospettiva unica e speciale. Un prodotto davvero valido nasce solo dalla consapevolezza della propria identità: capire se stessi, un insegnamento già sentito troppe volte, ma sempre valido in ogni ambito della vita.

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Category: Pensieri

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Katia Tenti