Come sono gli scrittori contemporanei?

Lo scrittore contemporaneo vive in una giungla, dove ci sono pochi “eletti”, coloro che riescono a vivere di scrittura, in genere sono scrittori conclamati, famosi che magari sono già al decimo libro o più. Ma come dicevo sono pochi eletti. La maggior parte degli scrittori degli anni 2000, si barcamenano tra i pochi lettori, almeno in Italia, le grandi realtà editoriali che pubblicano anche personaggi televisivi, tronisti, concorrenti del Grande Fratello e altre schifezze che si vedono in tv, perché sono conosciuti e portano vendite. Il povero scrittore magari anche dotato e con talento deve farsi notare in una giungla di non scrittori che vendono e conquistare l’agognato posto in libreria.
Lo scrittore contemporaneo è un eroe si potrebbe dire senza tema di essere smentito. Se poi aggiungiamo che i lettori sono pochissimi ed è un dato di fatto, ma gli aspiranti scrittori pullulano da ogni parte. Sono figli, forse, delle varie scuole di scrittura, ormai anche qui credo che la domanda superi abbondantemente l’offerta, una marea di editor qualificati o meno, e scrittori che si barcamenano nel ghostwriter. Tu dirai ma la stai facendo troppo tragica. Forse è vero, io mi auguro di aver esagerato…
Ma lo scrittore, colui che vive della musicalità della parola, cerca ovunque intorno a sé ispirazione per giocare a modo suo con le parole. Il vero scrittore vive, corre, passeggia, si ferma in un bar anche solo per osservare la gente. Sì, perché dall’osservazione profonda dei comportamenti altrui nascono i suoi personaggi, gli attori delle sue storie, vivi che escono dalla pagina. Ma ancora tu dirai, quanti scrittori con queste caratteristiche conosci?
Murakami è uno scrittore così secondo me, gioca con le parole da anni ormai, vive di scrittura e soprattutto ha trovato la sua originalità, solo lui riesce a portarti in atmosfere oniriche, a volta al limite dell’assurdo, ma affascinanti non lo si può negare.
Vogliamo parlare di Stephen King? Le sue atmosfere sono uniche, nessuno può dire che non è unico nel suo genere.
Ma ancora, stavolta voglio spostarmi in Italia, qualcuno può negare che le storie di Elena Ferrante, poi esportate nel mondo, non siano affascinanti?
E i libri di Dacia Maraini non riescono a portarti nel suo universo?
Mi fermo qui, per dire che non è mica vero che non ci sono scrittori contemporanei di eccelso valore. Certo il 900’ ha lasciato pietre miliari della letteratura, ma lasciamo fare al tempo, chissà che anche gli anni 2000 non lascino ai posteri scrittori da studiare poi a scuola.
Ora vorrei spiegarti perché ho fatto questo tipo di discorso, scrittori di vero talento, innovatori, coloro che cercano la loro essenza nella scrittura non è che ne nascono molti, questo in ogni epoca. Come in ogni campo ci sta lo scrittore scarsino, quello bravo, quello di talento, il vero fuoriclasse. Ma questo accade in ogni campo artistico. Scrivere è un arte.
Quante volte è capitato a chi, come me, lavora nel mondo della scrittura, la fatidica domanda “Riuscirò a diventare uno scrittore?”.
Voi cosa pensate che si possa rispondere ad una domanda di questo genere. Io rispondo “Lo sa Dio”, e sai perché? Uno scrittore non è solo tecnica, non è solo fantasia, non è solo capacità di creare storie, lo scrittore è tutto questo insieme e tanto altro.
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La verità è che in Italia, troppi scrittori fanno fatica ad emergere e non solo per la qualità della loro scrittura.
La verità è che in Italia, troppi scrittori fanno fatica ad emergere e non solo per la qualità o meno della loro scrittura, ma purtroppo ci sono troppe piccole realtà editoriali che in cambio di soldi pubblicano chiunque, non sono editori veri, mai andranno in libreria, ma tant’è che comunque pubblicano e spesso illudono tanti aspiranti scrittori. Oppure la facilità con cui si pubblica su Amazon, tutti possono pubblicare anche chi scrive la lista della spesa, poi ci sono i piccoli editori seri ma poverini combattono ogni giorno con la mancanza di lettori e spesso organizzano corsi di ogni genere per sbarcare il lunario, infine ci sono le grandi realtà editoriali, a cui arrivi solo se hai un agente letterario ben inserito, e come dicevo prima preferiscono nomi noti che assicurano le vendite e vanno in tv a presentare i propri libri. Cosa rimane al povero scrittore di talento, ma con grande difficoltà a farsi notare? Può anche accadere che si demoralizzi, perda fiducia in se stesso e smetta di scrivere.
Ma è una ipotesi remota che chi vive del potere della parola scritta, non può esimersi dallo scrivere. E io forse sono una romantica, forse e credo alla meritocrazia, ma penso che chi è bravo prima o poi uscirà fuori.
Ma secondo me, ci sono delle prerogative fondamentali a cui lo scrittore contemporaneo non può sottrarsi.
La sensibilità verbale. Non è detto che uno scrittore che conosce perfettamente la tecnica di scrittura e le regole grammaticali, scriva libri indimenticabili. La sensibilità verbale dirai che cosa vuoi dire ora, chi l’ha mai sentita. Mi riferisco semplicemente alla sensibilità linguistica, alla capacità dello scrittore di uscire fuori dagli schemi e trovare una propria lingua. Un modo di accordare tutti gli elementi del suo scritto per far si che il lettore attraverso le sue parole sia catapultato nella storia, che riesca a sentire il rumore della pioggia sui vetri, che riesca a vedere e sentire sensazioni e odori. Lo scrittore di talento riesce a trovare le sue metafore e i suoi accostamenti, che magari nessuno ha scritto, non solo per evitare i cosiddetti cliché, come giustamente tutti gli hanno insegnato a fare, ma semplicemente perché possiede una sua sensibilità linguistica, la sua gioia è riuscire a trovare una sua immagine perfetta che si diverte a raccontare. Questo vuol dire riuscire a trovare il suo stile personale e inconfondibile. Ma dai, starai pensando e chi ci riesce? Anche tu puoi riuscirci se ti allontani da quello che ti dicono alle scuole di scrittura, anche tu puoi riuscire ad ascoltare te stesso, ad osservare il mondo che ti circonda e a raccontarlo con un linguaggio tuo e solo tuo.
Lo scrittore di talento legge con cognizione di causa. Impara a vedere nei libri degli altri la costruzione delle frasi, l’uso della parola, la costruzione della trama, la suspence creata. Cioè riesce a smontare il romanzo letto punto per punto per rubare il mestiere a chi è veramente bravo.  Lo scrittore di talento sa benissimo che deve riuscire a far piangere o ridere il lettore, a fargli dimenticare in che stanza si trova, che ore sono, se è notte o se è giorno. Quando uno scrittore riesce ad emozionare e ad entrare fino a questo punto nell’anima di chi ha il libro tra le mani, potrà forse dire di trovarsi sulla buona strada. È capace di creare un sogno vivido con le sue parole.
Non usare le parole solo per far un buon esercizio di tecnica, le parole devono vivere. Spesso lo scrittore è preso da una sorta di egocentrismo che lo porta a fare sfoggio della sua cultura linguistica e letteraria senza curarsi minimamente di renderle vive. Deve arrivare al cuore del lettore medio se vuole diventare uno scrittore che vive di scrittura. E per fare ciò deve imparare a dare il giusto equilibrio a tecnica, struttura e trama che avvince.
E tu che scrittore sei? Ti piace sperimentare, ti piacerebbe trovare una tua voce inconfondibile che sia legata solo al tuo nome? O preferisci essere uno scrittore intellettuale che comunque ha sempre la sua nicchia di lettori?
Nel caso che tu non sappia bene come incanalare il tuo talento per far uscire fuori un libro memorabile, puoi rivolgerti sempre a un professionista della scrittura. Come un buon coach letterario o un editor di valore.

Katia Tenti – Copyright © 2022 All rights reserved.

Foto di Dziana Hasanbekava da Pexels
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Category: Pensieri

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Katia Tenti