Come i grandi professionisti del racconto ti insegnano a scrivere bene

Spesso mi viene chiesto, in quanto autrice e book coach, come migliorare la propria scrittura. Consiglio tanta pratica, la frequentazione di corsi, ma soprattutto la lettura di opere riguardanti la narrativa. Questi ultimi possono essere di diversi tipi: manuali, autobiografie letterarie, ma anche ibridi. Oggi infatti propongo nove testi scritti da grandi professionisti del racconto, siano essi sceneggiatori, scrittori, insegnanti. Infatti per imparare a scrivere bene scoprendo il proprio metodo personale è necessario coltivare più competenze, fornite da diversi tipi di libri. Ecco dunque nove titoli a mio parere indispensabili nella libreria di un autore, soprattutto se esordiente.

Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler

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Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler
Il primo libro consigliato è un vero e proprio classico della narratologia. Si basa sul presupposto secondo cui le storie più coinvolgenti siano spesso riconducibili ai miti antichi, tesi ripresa da un grande studioso, Joseph Campbell. Vogler si concentra sul protagonista, che chiama “eroe”. E lo analizza con cognizione di causa, essendo uno dei più importanti story analyst e sceneggiatori americani. Così guida gli aspiranti scrittori nella scoperta della struttura fondante delle narrazioni. L’eroe compie un percorso ben preciso, il viaggio a cui allude il titolo, che possiede alcune tappe obbligate e figure con cui relazionarsi (gli archetipi, ovvero eroe, mentore, guardiano della soglia, messaggero, mutaforme, ombra e imbroglione).
In particolare il percorso dell’eroe è diviso in tre fasi: la partenza (nel mondo ordinario giunge la chiamata all’avventura, prima rifiutata e poi accettata grazie all’incontro con il mentore), la discesa (l’eroe varca la prima soglia per accedere a un mondo straordinario, dove supera alcune prove, fino ad arrivare a quella centrale, la più importante, che lo porta al trionfo e al conseguente premio) e il ritorno (prima di tornare al mondo ordinario l’eroe acquisisce una nuova consapevolezza, un dono positivo per sé e per il mondo). Sembra incredibile, ma se analizziamo la maggior parte delle storie (libri, film, serie tv…) riconosceremo questo schema, attuato anche in maniera inconsapevole. Certo, non si tratta di un modello universale, da seguire pedissequamente. Eppure si presenta come una buona base da cui partire.

Story. Contenuti, struttura, stile, principi per la sceneggiatura e per l’arte di scrivere storie di Robert McKee

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Story. Contenuti, struttura, stile, principi per la sceneggiatura e per l’arte di scrivere storie di Robert McKee
McKee racconta ai lettori, alla luce della propria esperienza come sceneggiatore di Hollywood, in che cosa consiste l’arte della narrazione. Come prendono vita le storie? Le nozioni percorrono tutta l’attività dell’autore, dall’idea iniziale al manoscritto finale, e non si riducono alla mera attività cinematografica: il manuale è utile anche per chi scrive romanzi e racconti, poiché il punto di partenza è avere una storia da raccontare, non importa secondo quale modalità. Centinaia di esempi ripresi da decine di film aiutano McKee a insegnare non tanto regole rigide, quanto principi generali a cui attenersi e approcci da adottare.
Insomma, non esistono trucchi, ma tecniche atte a creare una connessione profonda con il lettore. Modelli (il viaggio dell’eroe), stili (il climax), contenuti (il conflitto del protagonista) e strutture (i tre atti di Aristotele) vengono proposti in una sorta di compendio delle lezioni di un grande maestro, che da più di trent’anni insegna ai suoi allievi l’arte della scrittura. Molti di essi sono diventati grandi sceneggiatori (Peter Jackson, Jane Campion, Geoffrey Rush, Paul Haggis…) anche candidati o addirittura vincitori di premi Oscar ed Emmy.

Dialoghi. L’arte di far parlare i personaggi nei film, in TV, nei romanzi, a teatro di Robert McKee

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Dialoghi. L’arte di far parlare i personaggi nei film, in TV, nei romanzi, a teatro di Robert McKee
Dopo aver descritto Story, non si può non menzionare Dialoghi, da molti considerato il suo naturale seguito. Qui McKee approfondisce uno dei temi presenti nel manuale precedente, ovvero il modo di parlare dei personaggi. Anche in questo caso gli esempi sono numerosi, dalle tragedie di Shakespeare alle moderne serie tv, materiali differenti utilizzati per esporre tecniche e strategie che rendano migliori i dialoghi. Si riferisce a tutti i media, come esplicitato dal titolo: non solo sceneggiature, ma anche romanzi e pièce teatrali. Il testo è diviso in diciannove capitoli: se all’inizio domina l’aspetto teorico (i tipi di dialogo e le sue funzioni), in seguito la spiegazione si fa più concreta, analizzando contenuto, forma e tecniche attraverso esempi efficaci.
McKee sostiene che i grandi dialoghi siano facili da individuare: ascoltandoli, il pubblico ha l’impressione di conoscere il personaggio nel profondo. Per questo non spiega solo cosa deve essere scritto, ma anche il non detto, il sottotesto, ugualmente importante. Solo così il destinatario può avere la sensazione di essere davanti a persone reali. Inoltre un buon dialogo deve necessariamente far avanzare la storia, dare informazioni sulla relazione tra i personaggi e sulle loro azioni o intenzioni. Insomma, McKee dimostra che il dialogo non è solo una sequenza di battute, ma l’attenta scelta di ogni termine, segno di interpunzione, tono, per raggiungere obiettivi specifici.

Scrivere grandi dialoghi di Linda Seger e John Rainey

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Simile al manuale di McKee, consiglio anche il testo di Seger e Rainey, due grandi sceneggiatori. Il fatto che molte opere di scrittura creativa siano dedicate al tema del dialogo suggerisce che si tratti di uno dei nodi più complicati da sciogliere ogni volta che si decide di realizzare un’opera, sia essa in forma di romanzo, racconto o sceneggiatura. Qui sono contenute molte nozioni importanti per imparare a rendere un dialogo credibile, capace di rivelare l’interiorità dei personaggi, fatta di conflitti ed emozioni, ma anche adatto a fornire informazioni sulla progressione della storia ed efficiente nel coinvolgimento del lettore.
Tutte le prospettive di questa componente narrativa vengono analizzate, capitolo dopo capitolo. Così, anche l’autore esordiente diviene capace di scrivere battute coerenti con i personaggi e la loro voce personale. Non mancano esempi tratti da ogni genere di narrazione (su schermo o carta), che forniscono modelli a cui ispirarsi o tipi da cui distaccarsi. Si tratta di un’opera immancabile nella bibliografia di uno scrittore, soprattutto se alle prime armi, per essere sicuro che ogni elemento del testo sia coerente e ben realizzato in tutti i suoi particolari.

Scrivere per emozionare di Karl Iglesias

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Scrivere per emozionare di Karl Iglesias
Spesso quando si inizia a scrivere sembra che gettare sulla pagina le parole sia un gioco da ragazzi. Questo perché l’autore sta componendo un testo per se stesso, senza pensare al lettore esterno, il suo vero destinatario. Scrivere per qualcun altro, pensando a cogliere i suoi interessi ma soprattutto a stimolare le sue emozioni, è la vera sfida. Così Iglesias studia la psicologia dello spettatore e, utilizzando i grandi classici della sceneggiatura, insegna agli aspiranti autori come creare coinvolgimento per chi legge. L’obiettivo è connettersi con il pubblico, entrare nella sua mente e stimolare paura, curiosità, sorpresa…
Il testo è interessante e innovativo poiché per la prima volta si concentra sugli effetti della scrittura nella mente di chi la legge. In effetti ciò che conta davvero non sono gli eventi descritti, ma le loro conseguenze sul pubblico. Ogni capitolo si concentra su un aspetto della scrittura (personaggi, trama, struttura, costruzione delle scene e così via) esponendo tecniche per sollecitare nel lettore le emozioni desiderate, creando atmosfere e sensazioni suggestive. Perché è proprio questo che differenzia una storia semplice e corretta da una credibile e unica: la capacità di emozionare.

Scrittura professionale di Donella Antelmi

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Scrittura professionale di Donella Antelmi
In questo caso ci troviamo di fronte a un compendio dei modelli di testi più usati legati a studio (tesi universitaria, saggio, presentazione) e lavoro (report aziendale, comunicato stampa, brochure), per cui è necessario seguire uno schema preciso e utilizzare uno stile adeguato. Infatti ogni forma testuale ha una certa funzione, si rivolge a specifici destinatari, richiede un determinato tono di voce. Antelmi, docente universitaria di scrittura aziendale e professionale, non tralascia alcun dettaglio: dal registro linguistico ai modi e tempi verbali, dalla sintassi alla punteggiatura, dalla struttura all’organizzazione logica dei contenuti. Non mancano infine esercizi pratici, per mettere alla prova le nozioni acquisite.
Questo strumento di semplice e veloce consultazione nasce dalla consapevolezza di molti docenti universitari delle scarse competenze linguistiche di molti studenti e lavoratori. Così Antelmi propone un modo per potenziare le capacità narrative, anche grazie all’analisi di esempi reali, di cui si mostrano gli errori più frequenti. A differenza degli altri testi dunque, non si tratta di scrittura creativa ma controllata, professionale, per insegnare a padroneggiare al meglio il processo di composizione di scritti specialistici.

Retorica della narrativa di Wayne C. Booth

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Retorica della narrativa di Wayne C. Booth
Impossibile non consigliare questo libro, considerato ormai un classico della moderna narratologia. Si tratta di un’opera divisa in tre volumi. Nel primo, attraverso la lettura di testi di grandi autori del passato, Booth svolge un’accurata indagine sul funzionamento della narrativa e sui suoi meccanismi concreti, senza pregiudizi. Certo, ci sono alcuni strumenti e codici da utilizzare, ma la tecnica va oltre questo: il testo è un atto di comunicazione in senso ampio, che ha sempre lo stesso obiettivo, ovvero persuadere. Dunque, come afferma il titolo, la narrativa moderna non è altro che retorica, tentativo di convincere il lettore.
La questione è approfondita anche nel secondo e terzo volume, in cui le nozioni vengono riprese. Il secondo in particolare riguarda la voce e mostra l’evoluzione del punto di vista nella storia, mentre il terzo si concentra sulla narrazione impersonale. Nonostante le forti critiche del mondo accademico, Booth è considerato uno degli anticipatori della semiologia letteraria, una disciplina oggi florida che riprende i concetti da lui esposti.

Il parlar figurato. Manualetto di figure retoriche di Bice Mortara Garavelli

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Il parlar figurato. Manualetto di figure retoriche di Bice Mortara Garavelli
Un libro davvero curioso quello in cui Garavelli, in poche pagine, analizza le espressioni retoriche più usate non solo nella narrativa, ma anche nel parlare quotidiano. I modi di dire fanno parte del nostro linguaggio: tutti, spesso inconsapevolmente, le usiamo per comunicare. Così, attraverso numerosi esempi, il “parlar figurato” viene analizzato con occhio critico per capire come e perché sia entrato nella retorica comune. Viene distinto dagli altri modi di esprimersi grazie alla sua efficacia semantica e pragmatica.
Il testo non è un classico dizionario, ma si adatta anche a chi, senza obiettivi accademici, è semplicemente curioso di scoprire l’identità e le funzioni dei fenomeni del discorso. Infatti si può usare come compendio di grande efficacia, grazie alla chiarezza e alla praticità con cui è compilato. Tanto che non solo è possibile fruirne integralmente attraverso una lettura lineare, ma anche a salti, consultandolo all’occorrenza.

Il libro delle idee per la scrittura di Jack Heffron

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Il libro delle idee per la scrittura di Jack Heffron
Infine, un libro che aiuta tutti coloro che si trovano in quel che viene definito “blocco dello scrittore”, condizione abituale non solo per gli aspiranti autori, ma anche per quelli affermati. Per superare questo ostacolo secondo Heffron è necessario scrivere sempre, anche quando non c’è ispirazione. Così dimostra che le idee nascono grazie alla costante pratica della scrittura, dunque bisogna ritagliarsi ogni giorno uno spazio in cui sviluppare l’abitudine della stesura. Ma di cosa? L’autore propone centinaia di esercizi su personaggi, trama e altri aspetti narrativi, che possono essere svolti nell’ordine proposto o a piacimento.
Il concetto fondamentale di questo libro è che non è la pratica che nasce dall’idea, ma sono le idee che vengono dal praticare la scrittura con costanza e disciplina quotidiane. Che sia tramite free writing, brainstorming, listing o altre tecniche, spunti di ogni genere si impongono come metodo vincente per superare il blocco dello scrittore in tutti i campi: romanzo, racconto, web copywriting, sceneggiatura.

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